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Il senso di “Sensi” per l’Obesità

Il senso di “Sensi” per l’Obesità

Ieri, 29 Gennaio, per illustrare la norma sul “body shaminhg e fat shaming” in discussione alla Camera dei Deputati, l’Onorevole Filippo Sensi si è avvalso di un testimone d’eccezione: la sua storia di persona affetta da obesità.

L’On. Sensi, per sottolineare l’importanza della norma in discussione, e della sofferenza che le prese in giro a causa del corpo possono procurare, ha raccontato di come da piccolo fosse chiamato “cicciabomba”, “panzone”, “manzo” e di come il dolore allora provato sia per lui ancora presente. Certi sguardi, insulti o anche semplici battute possono ferire lasciando cicatrici che fanno male e tracciano le trame di una vergogna, spesso soffocata o anestetizzata con il cibo.

Sono note le conseguenze che lo stigma sociale basato sul peso può provocare in chi lo subisce: abbuffate, comportamenti alimentari disfunzionali, depressione, ansia, bassa autostima, abuso di sostanze, suicidio, stress, meno fiducia nei sanitari, evitamento delle visite mediche, eccetera.

La ricerca ha evidenziato come sia adulti che bambini, già a partire dai tre anni di età, manifestino atteggiamenti negativi nei confronti dell’obesità e chi ne è affetto. Atteggiamenti negativi sono stati rilevati anche nel personale sanitario, compreso quello specializzato nel trattamento dell’obesità e disturbi del comportamento alimentare.

Quella sull’obesità è definita come una delle ultime forme di stigma socialmente accettata. È normale fare umorismo sul peso di una persona come sembra normale considerare l’obesità non una malattia ma un segno di pigrizia e scarsa cura di sé. In poche parole: una colpa.

Una visione negativa dell’obesità allontana anche il mondo politico da una visione realistica del problema e dall’implementazione di possibili interventi efficaci in termini di prevenzione e trattamento. Le parole dell’On. Sensi danno voce a una malattia troppo spesso retrocessa a responsabilità della persona, e danno “senso” alle diverse sofferenze, non solo mediche, associate all’obesità. Tali sofferenze pesano. indipendentemente dal numero che indica la bilancia.

Come Società Italiana dell’Obesità ringraziamo l’On. Sensi per avere avuto la forza di utilizzare una propria sofferta esperienza personale per rappresentare le sofferenze di tutte le persone affette da obesità e speriamo che questo suo intervento costituisca un altro piccolo passo per il pieno riconoscimento dell’obesità come malattia e non come mero risultato di scelte personali errate.

Daniele Di Pauli e Luca Busetto

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