Autore :
SIO

Sleep duration, obesity and insulin resistance in a multi-ethnic UK population at high risk of diabetes

Contributo di SAVASTANO

Sleep duration, obesity and insulin resistance in a multi-ethnic UK population at high risk of diabetes

Brady EM, Bodicoat DH, Hall AP, Khunti K, Yates T, Edwardson C, Davies MJ
Diabetes Res Clin Pract. 2018 May;139:195-202. doi:10.1016/j.diabres.2018.03.010
PMID: 29526681

Background

Lo scopo del lavoro è stato quello di valutare l’associazione tra durata del sonno, obesità, adipochine e insulinoresistenza in soggetti ad elevato rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2.

Materiali e Metodi

Sono stati arruolati adulti con alterata glicemia a digiuno in cui è stato effettuato prelievo venoso per il dosaggio di parametri biochimici, ormonali, infiammatori e glicemia dopo 2 ore dal carico di glucosio. Sono stati inoltre valutati i parametri antropometrici, tipologia, durata e frequenza dell’attività fisica e la durata del sonno. In base alle ore medie di sonno in una giornata di 24 ore, i pazienti sono stati suddivisi in soggetti che dormivano meno di 5.5, 6-6.5, 7-7.5, 8-8.5, e più di 9 ore.

Risultati

Sono stati arruolati 2848 soggetti ( in 593 sono stati anche dosati i parametri infiammatori). Una breve durata ed una lunga durata del sonno erano indipendentemente associati con elevati valori di BMI (P < 0.001), circonferenza vita (P < 0.001) e peso corporeo (P < 0.001). Una durata del sonno compresa tra 6 e 7 ore era associata con un minore rischio di sviluppare obesità. L’insulinosensibilità e il rapporto leptina/adiponectina erano positivamente associati con la durata del sonno. L’adiponectina correlava negativamente con la durata del sonno.

Conclusioni

il sonno è uno dei principali sincronizzatori delle attività biologiche e ha un ruolo nel preservare molteplici funzioni quali la conservazione dell’energia, il consolidamento della memoria ed il recupero psico-fisico. Numerose recenti evidenze scientifiche hanno messo in luce come il sonno possa svolgere un ruolo importante nelle malattie metaboliche. In questo studio la riduzione delle ore di sonno è stato associato con un aumento dell’obesità e dell’insulinoresistenza. Questo è dovuto a molteplici fattori: una durata ridotta del sonno è associato ad un maggiore stress e quindi ad una maggiore produzione di ormoni iperglicemizzanti come il cortisolo. Inoltre alterazioni del sonno si traducono in uno squilibrio degli ormoni che regolano l’appetito, aumentando la sensazione di fame e quindi il rischio di incorrere nel sovrappeso/obesità. D’altro canto anche una lunga durata del sonno è stata trovata essere associata ad un maggiore rischio di sviluppo di obesità e questo è dovuto al fatto che una eccessiva durata del sonno potrebbe ridurre le ore di attività fisica con una conseguente maggiore sedentarietà. Diversi studi hanno dimostrato che il ripristino di un’adeguata durata e qualità del sonno è stato riportato associarsi a delle ricadute positive sul profilo metabolico. Alla luce di questo è, quindi, di fondamentale importanza la valutazione della qualità e della durata del sonno, soprattutto in soggetti a rischio o con patologie metaboliche in atto, tenendo presente che una durata ideale del sonno dovrebbe attestarsi tra le 6-7 ore.

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