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SIO

Questa persona ha l’obesità?

Contributo: Daniele Di Pauli

Questa persona ha l’obesità?
Giugno 2023

Does this person have obesity? È il titolo di un “comment” scritto da Arya Sharma che sarà ospite d’onore al prossimo convegno nazionale SIO ad Abano.
Sharma apre il commento ricordano la definizione dell’obesità, da parte della World Obesity Federation, come una malattia cronica, recidivante e progressiva.
Tuttavia, questa visione non è accettata da tutti come, per esempio, gli attivisti della Fat Acceptance che sostengono che l’impatto del peso sulla salute sia esagerato al movimento Health At Every Size (HAES®), che riconosce l’impatto sulla salute dell’eccesso di peso corporeo ma si oppone con veemenza ad ogni forma di trattamento per la perdita di peso.
Ad alimentare la controversia è la definizione dell’obesità basata sul grado di IMC uguale o superiore a 30.
Da tempo si dibatte sul fatto che l’IMC (che si basa sul peso e altezza) non è una misura affidabile del grasso corporeo e non permette di valutare la distribuzione del grasso corporeo, la morfologia del tessuto adiposo e la sua infiammazione, che giocano un ruolo importante per i rischi di salute associati al peso in eccesso.
I limiti per la valutazione della salute basandosi solo sull’IMC si trovano in quelle persone con IMC elevati ma sani e quelle persone con IMC normali ma che presentano per esempio prediabete o steatosi epatica non alcolica.
Il riconoscimento dei limiti dell’Indice di Massa Corporea ha generato la proposta di diversi sistemi di stadiazione della malattia per l’obesità che si basano sulla dimostrazione di danni alla salute piuttosto che solo su misure antropometriche. Per esempio, il sistema di stadiazione cardiometabolica Kings Obesity Staging Criteria approvato dall’American Association of Clinical Endocrinologists/American College of Endocrinology (KOSC), e l’Edmonton Obesity Staging System (EOSS).
L’EOSS, che definisce lo stadio di obesità in base alla presenza di vari gradi di compromissione mentale, medico o funzionale della salute, ha dimostrato di essere un migliore perditore di mortalità rispetto all’IMC o alla circonferenza della vita.
A commento di quanto detto finora mi rifaccio alle parole del Dr. Riccardo Dalle Grave: Da quanto sopra descritto, l’IMC e altre misure antropometriche (es. circonferenza vita), dovrebbero essere utilizzati per uno screening dell’obesità, ma non per fare una diagnosi e indicare il trattamento. L’aspetto chiave da considerare in una persona, infatti, non è il peso per sé, ma se la presenza di grasso corporeo in eccesso o anormale (adiposità) crei un danno alla salute. La valutazione dei danni alla salute associati all’eccesso di peso permette, infatti, di distinguere due forme di obesità: Obesità non clinica, quando una persona con un IMC ≥ 30 kg/m2 non ha danni fisici, psicosociali e funzionali determinati dall’eccesso di peso. Obesità clinica, quando una persona con un IMC ≥ 30 kg/m2 o un grasso corporeo anormale ha dei danni fisici, psicosociali e funzionali determinati dall’eccesso di peso. Nelle parole dello stesso Sharma: “Anche se il BMI e altre misure antropometriche (ad esempio la circonferenza della vita), possono essere usati per lo screening dell’obesità, non dovrebbero essere usati per fare la diagnosi. In termini pratici, questa definizione richiede che l’operatore sanitario risponda alla seguente domanda: Questo paziente presenta un problema di salute che probabilmente migliorerà con la perdita di peso? Se la risposta è “sì”, allora il paziente ha l’obesità. In caso contrario, il paziente potrebbe avere solo l’adiposità, che a un certo punto potrebbe progredire verso l’obesità evidente (da qui il suggerimento di riferirsi a questi individui come aventi pre-obesità)”. Questo richiede che la diagnosi di obesità deve essere fatta da personale sanitario qualificato e con visite ed esami più approfonditi. A seguito di queste riflessioni Sharma nel suo “commento” descrive tre tipi di indicazioni alla perdita di peso. Per quelle persone che presentano problemi di salute correlati alla perdita di peso e dove la perdita di peso può risolvere il problema l’indicazione alla perdita di peso dovrebbe essere “primaria”. Nei casi in cui una persona presenti problemi di salute non associati all’obesità ma che sono aggravati o resi più difficili dal peso si potrebbe dare una indicazione “secondaria” per il trattamento dell’obesità. Infine, possiamo avere individui con un peso in eccesso ma che presentano problemi di salute che non son o correlati al peso e che non migliorano con la perdita di peso. In questo caso la persona può avere una indicazione “terziaria” per il trattamento dell’obesità, che sebbene possa portare a un miglioramento generale della salute, non avrebbe alcun impatto sul problema presentato. In conclusione, mentre l’obesità è sempre più riconosciuta come una malattia cronica recidivante di per sé, meritevole di un trattamento medico appropriato, la diagnosi di obesità non dovrebbe essere basata su un numero indicato da una bilancia o da un metro per misurare vita e fianchi. Piuttosto, la diagnosi clinica dell’obesità dovrebbe essere basata su una valutazione clinica completa del paziente per determinare la presenza di menomazioni della salute che potrebbero migliorare con una gestione efficace dell’obesità.
L’obesità è la condizione più facile da riconoscere ma una delle più difficili da trattare scriveva Delvin in un articolo del 2000.
L’apparenza però, come abbiamo letto, a volte inganna e l’obesità può avere diversi volti e riconoscerli richiede conoscenza, esperienza, valutazioni approfondite e …rispetto.
Perché l’obesità non è mangiare tanto, non è pigrizia e non è un fallimento personale … ma è subdola … come il diavolo nella canzone “Lode all’Inviolato” di Franco Battiato.

E lo sapeva bene Paganini che il diavolo è subdolo, mancino e suona il violino
Franco Battiato., Lode all’inviolato, album Caffè de la Paix, 7 Ottobre 1993, EMI.

Sharma, A. M. (2023). Does this person have obesity? eClinicalMedicine, 58. doi:10.1016/j.eclinm.2023.101935

http://www.dallegrave.it/controversie-sulla-concettualizzazione-dellobesita-quali-sono-le-implicazioni-cliniche/?fbclid=IwAR2SODEELcvtLv1Y77Qufh3jPCbZLkCbkZGoNjsHuOU_OJWXBRFuOQTX1P0

Devlin MJ, Yanovski SZ, Wilson GT. Obesity: what mental health professionals need to know. Am J Psychiatry. 2000 Jun;157(6):854-66. doi: 10.1176/appi.ajp.157.6.854. PMID: 10831462.

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