Preventing disability: the influence of modifiable risk factors on State and National disability prevalence

Contributo di BRUNANI
Preventing disability: the influence of modifiable risk factors on State and National disability prevalence
(Health Affairs 36 (4) 2017, 626-635)
Abstract: La disabilità negli USA si è ridotta da gli anni 1980 ai 1990, ma attualmente si è stabilizzata. Usando i dati di una survey americana del 2013 (BRFSS – Behavioral Risk Factor Surveillance System) sono state valutate la % di disabilità nazionale e dei diversi stati che è possibile prevenire con la riduzione di 5 fattori di rischio modificabili: fumo, obesità, diabete, ipercolesterolemia ed ipertensione. Sono state valutate due possibilità: la completa eliminazione dei fattori di rischio o la riduzione ai più bassi livelli registrati nei diversi stati. Nel primo caso la disabilità verrebbe ridotta del 53% a livello nazionale. I maggiori responsabili sono il fumo (17%), l’ obesità (16%) e l’ipertensione (12%). Nel secondo caso, la disabilità potrebbe ridursi di più del 7%. In alcuni stati del Sud e del Midwest si potrebbe raggiungere una riduzione di più del 10% raggiungendo i livelli più bassi registrati negli altri Stati. Migliorare la prevenzione sui fattori di rischio può portare ad una riduzione sul lungo termine della disabilità.
Commento: in passato diversi studi hanno riportato che con l’aumento della longevità vi è un aumento nel rischio di sviluppare disabilità nel soggetto anziano; nell’obeso la disabilità compare precocemente rispetto al normopeso. La disabilità del paziente obeso è un problema su cui non esistono ancora dati italiani né sull’entità del fenomeno né su gli aspetti di prevenzione seppure si tratta di una problematica che incontriamo quotidianamente nella valutazione di pazienti gravemente obesi. Nel primo studio i risultati indicano che tra i fattori di rischio individuale l’obesità ed il diabete hanno un’alta “prevalence OR”, tra 1.4 e 1.8, con la possibilità di associarsi a disabilità nel 40-80% dei casi rispetto a soggetti senza questi fattori di rischio. I due fattori maggior responsabili di disabilità sono il fumo e l’obesità; considerando che il fumo si stà riducendo, in futuro l’obesità, che è in espansione soprattutto tra i giovani, sorpasserà il fumo nella popolazione americana.
Trends in the Relationship of Obesity and Disability, 1988-2012
Am J Epidemiol 2017 doi:10.1093/aje/kwx092
Abstract: L’aumento sia dell’obesità in associazione all’invecchiamento ha sviluppato un serio problema circa la presenza di una popolazione disabile in età anziana. Precedenti lavori mostrano un significativo incremento dell’associazione tra obesità e disabilità dal 1988 al 2004, ponendo l’attenzione sui costi di una vita esposta all’obesità per maggior tempo. Non è noto se questo trend è continuato. Sono stati esaminati le limitazioni funzionali e le difficoltà nelle attività quotidiane (ADL, definendole come severe e da moderate a severe) per adulti con età uguale o superiore a 60aa (N=16,770) in 3 periodi della National Health and Nutrition Examination Surveys. Gli relative odds delle limitazioni funzionali per gli obesi vs. I normo-peso è significativamente aumentata dal periodo 1 (1988-1994) al periodo 2 (1999-2004) per tutti gli outcomes. Nel periodo 3 (2005-2012), questa associazione rimane stabile per limitazioni funzionali e le severe compromissione delle ADL, e diminuisce per le alterazioni moderate o severe delle ADL. La frazione di popolazione con disabilità attribuibile all’obesità ha un trend simile. Tale trend si è livellato negli anni più recenti e spesso alcune misure sono migliorate. Questo suggerisce che i programmi di salute pubblica riguardanti l’obesità devono continuare per ridurre l’ulteriore sviluppo di disabilità.
Commento: sono stati analizzati i dati dello studio NHANES III (1988-1994) e NHANES dal 1999-2012 in relazione all’associazione tra obesità /disabilità in soggetti con età superiore a 60aa e della sua evoluzione in 3 periodi: periodo 1 (NHANES III, 1988-1994), periodo 2 (1999-2004), e periodo 3 (2005-2012). Sui 3 periodi la prevalenza dell’obesità aumenta dal 23.5% al 36.0%, mentre il declino delle limitazioni funzionali per i pazienti obesi sembra non crescere nello stesso modo. Gli ORs per i pazienti in relazione al periodo indicano un cambiamento nella associazione tra obesità e disabilità: per le limitazioni funzionali l’ adjusted prevalence ratios per obesi vs. normal weight nei 3 periodi era di 1.63, 2.19, and 2.10; per le ADLs, la stima era di 1.29, 1.97, and 1.97 per le disabilità severe e 1.40, 2.02, and 1.50 per quelle moderate-severe. L’aumento nella associazione tra obesità e disabilità osservata nel periodo 1988-2004 non è aumentata nel successivo periodo 2005-2012. La prevenzione primaria delle malattie cardio-vascolari o la riduzione delle loro conseguenze dal punto di vista di sviluppo di disabilità possono avere influenzato la cronicità dell’obesità. Vi è, da parte dei MMG, una maggior attenzione nella cura dell’ipertensione e delle dislipidemie, mentre i problemi muscoloscheletrici sono più difficili da prevenire nel paziente obeso e la prevalenza del diabete rimane alta. Inoltre, occorre ricordare che la disabilità può di per sé aumentare il rischio di obesità.