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SIO

La diversità del microbioma intestinale e una elevata assunzione di fibre alimentari sono associati ad un minore incremento ponderale a lungo termine

SIO Journal Club - Articolo

Contributo di DE PERGOLA

La diversità del microbioma intestinale ed una elevata assunzione di fibre alimentari sono associati ad un minore incremento ponderale a lungo termine

Gut microbiome diversity and high-fibre intake are related to lower long-term weight gain

Menni C, Jackson MA, Pallister T, Steves CJ, Spector TD, Valdes AM. International Journal of Obesity, 41: 1099-1105, 2017

Premesse

Se si esclude la componente genetica, i più importanti fattori di rischio tradizionali per la obesità sono l’eccessivo introito calorico, la sedentarietà e la bassa efficienza metabolica. Gli esseri umani hanno circa 100 trilioni di microbi intestinali, che producono un’ampia varietà di enzimi, prodotti chimici, ormoni e vitamine, che a loro volta possono influenzare la capacità dell’intestino di estrarre ed assorbire nutrienti e, soprattutto, i grassi alimentari.

Recenti studi cross-sectional suggeriscono che alterazioni dell’equilibrio di questo complesso sistema (disbiosi) possano esercitare un ruolo nello sviluppo della obesità.  Non vi sono dati disponibili relativi a studi prospettici. Lo scopo dello studio di Menni et al è stato proprio quello di valutare la esistenza di una relazione tra la composizione del microbioma intestinale e le modificazioni del peso corporeo a lungo termine.

Metodi

La composizione del microbioma intestinale è stata determinata esaminando la sequenza dei geni del RNA ribosomilale 16 S in campioni fecali di 1632 donne in buono stato di salute afferenti alla coorte “Twins UK”.  I diversi gruppi di batteri sono stati espressi come unità tassonomiche operative batteriche (OTUs). I dati concernenti le variazioni del peso corporeo sono stati corretti per età, introito calorico (valutato mediante questionari relativi alla frequenza di consumo dei cibi (FFQs) ),  indice di massa corporea (BMI) e livello di attività fisica all’inizio dello studio. Anche la quantità dei diversi nutrienti (fibre alimentari, grassi saturi etc) introdotti con la dieta è stata  determinata mediante questionari di frequenza di assunzione.

Risultati

Meno della metà della variabilità nelle modificazioni del peso corporeo a lungo termine è imputabile alla ereditarietà. La diversità del microbiota intestinale è risultata associata negativamente con l’incremento ponderale a lungo termine e positivamente con l’introito di fibre. Nove OTUs sono risultati correlati significativamente con l’aumento del peso dopo correzione dei dati per parametri covariati. Le OTUs risultate correlate con un minore incremento ponderale include quelle assegnate alle Lachnospiraceae ed alle Ruminococcaceae (Firmicutes, etc), comunemente associate ad un miglioramento del metabolismo energetico nei modelli animali. Una specie OTU dei Bacterioides è risultata invece associata ad un maggiore rischio di incremento ponderale, ma tale risultato risulta essere influenzato dalla correlazione con bassi livelli di diversità.

Conclusioni

Una elevata diversità del microbioma, l’elevata assunzione di fibre alimentari e le OTUs implicate nei modelli animali di migliorato metabolismo energetico sono tutti parametri correlati con un minore incremento ponderale temporale negli esseri umani, indipendentemente dall’introito calorico e da altri fattori confondenti.


COMMENTO

Un recente studio trasversale ha dimostrato che la presenza di una specifica specie batterica (Christensenellaceae) è associata ad un minore BMI nell’uomo e che i topi a cui viene somministrata questa specie batterica presentano una riduzione del peso corporeo (Goodrich JK et al. Cell, 159: 789-799, 2014). Lo studio preso in esame è il primo a dimostrare una relazione tra microbiota e modificazioni del peso corporeo in una valutazione longitudinale.  Questi dati permettono di rinforzare la ipotesi che il microbiota intestinale possa rappresentare un target terapeutico nella prevenzione e/o nella terapia della obesità. Per contro, un aspetto debole dello studio è la mancanza di dati concernente il microbioma all’inizio dello studio, dato che preclude la possibilità di stabilire se la diversità batterica sia causa o conseguenza delle maggiori modificazioni del peso corporeo.

Sono auspicabili ulteriori studi su questa tematica e, in particolare, saranno interessanti le valutazioni delle eventuali modificazioni del peso corporeo dopo assunzione di specifiche specie batteriche o di prebiotici che favoriscano lo sviluppo di tali specie batteriche.

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