Autore :
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Il ruolo dell’esperienza dello stigma basato sul peso e dello stigma sul peso interiorizzato nelle esperienze di cura: Prospettiva da parte di adulti coinvolti nella gestione del peso in 6 Paesi.

Contributo: Daniele Di Pauli

Il ruolo dell’esperienza dello stigma basato sul peso e dello stigma sul peso interiorizzato nelle esperienze di cura: Prospettiva da parte di adulti coinvolti nella gestione del peso in 6 Paesi.

Puhl RM, Lessard LM, Himmelstein MS, Foster GD (2021) The roles of experienced and internalized weight stigma in healthcare experiences: Perspectives of adults engaged in weight management across six countries. PLOS ONE 16(6): e0251566. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0251566

Il ruolo dell’esperienza dello stigma basato sul peso e dello stigma sul peso interiorizzato nelle esperienze di cura: Prospettiva da parte di adulti coinvolti nella gestione del peso in 6 Paesi.

Abstract:

Una robusta ricerca scientifica negli USA suggerisce che lo stigma sul peso (Weight stigma) può avere ricadute negative sulla relazione medico e paziente.
Nonostante le richieste internazionali di sforzi per ridurre lo stigma basato sul peso nella comunità medica, la ricerca internazionale in questo campo é carente.
Lo studio fornisce la prima indagine multinazionale sulle associazioni tra lo stigma basato sul peso e le esperienze sanitarie in 6 paesi occidentali.

Metodi:

I partecipanti erano 13.996 adulti residenti in Australia, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti attivamente coinvolti in un programma (comportamentale) di gestione del peso disponibile a livello internazionale. I partecipanti hanno completato sondaggi online identici (nella lingua dominante per il loro Paese) che hanno valutato le esperienze di stigma, lo stigma sul peso interiorizzato e i comportamenti e le esperienze sanitarie tra cui la qualità percepita delle cure, l’evitamento o il ritardo nella ricerca di cure, le esperienze con i curanti e lo stigma del peso percepito da parte dei medici.

Risultati:

Tra i partecipanti che hanno riferito una storia di stigma basato sul peso (56-61%), due terzi dei partecipanti in ciascun paese riferì di aver sperimentato lo stigma del peso da parte dei medici. In tutti e 6 i paesi, dopo aver tenuto conto dei dati demografici, dell’indice di massa corporea (IMC) e delle esperienze di stigma, i partecipanti con punteggi più alti di interiorizzazione dello stigma hanno riportato un maggiore evitamento delle visite mediche, un aumento del giudizio percepito dai medici a causa del peso corporeo, una minore frequenza di ottenere controlli di routine, meno ascolto e rispetto da parte dei curanti e una minore qualità dell’assistenza sanitaria. Inoltre, lo stigma del peso sperimentato (da qualsiasi fonte) è stato indirettamente associato a esperienze sanitarie peggiori attraverso l’interiorizzazione dello stigma basato sul peso, in modo coerente nei sei paesi.

Conclusioni
Lo stigma del peso nell’assistenza sanitaria è prevalente tra gli adulti attivamente impegnati nella gestione del peso in diversi paesi occidentali e il pregiudizio sul peso interiorizzato ha implicazioni negative per l’assistenza sanitaria anche dopo il controllo dell’IMC. I risultati simili in tutti e sei i paesi sottolineano le conseguenze negative dello stigma del peso sui comportamenti e sulle esperienze sanitarie e sottolineano la necessità di sforzi internazionali collettivi per affrontare questo problema.

Commento:
Questo lavoro è importante poiché evidenzia come lo stigma sul peso è comune anche in altri paesi occidentali (in generale i dati che abbiamo provengono maggiormente da studi condotti negli USA) e può avere un simile impatto negativo sulla qualità delle cure mediche.
Infatti 2/3 dei soggetti dei 6 paesi studiati hanno riportato esperienze di stigma sul peso in ambito sanitario da parte dei curanti.
Lo stigma in ambito sanitario è un problema perché può portare le persone affette da obesità a limitare le cure e le interazioni con i medici con il rischio di peggiorare la propria condizione di salute.
Un altro problema è che più che l’esperienza di questa tipologia di stigma è la sua interiorizzazione (stigma interiorizzato cioè la persona attribuisce a se stessa gli stereotipi negativi per esempio “essere pigro e senza forza di volontà”) a creare danno.
Come per le esperienze di stigma, lo stigma interiorizzato era comune in tutti e sei i paesi con punteggi più alti nel Regno Unito, Australia e Francia.
L’interiorizzazione dello stigma, in questo campione, è stata associata a maggiori livelli di stress, aumento dell’introito calorico come strategia di coping e maggiore evitamento delle attività di fitness. Inoltre punteggi più alti di stigma interiorizzato influenzavano più negativamente l’immagine corporea ed erano associati a meno fiducia nelle abilità percepite (senso dì autoefficacia) per la gestione di una alimentazione sana e una vita attiva.
In conclusione, lo stigma del peso è prevalente negli gli adulti attivamente impegnati nella gestione del peso in diversi paesi occidentali. Sono emerse più somiglianze che differenze nella natura, frequenza e nelle fonti interpersonali (i famigliari sono risultati la fonte di stigma più comune seguiti da compagni di classe e medici) delle esperienze di stigma sul peso delle persone nei sei paesi analizzati in questo studio. I risultati sottolineano la necessità di iniziative da parte di tutti per affrontare lo stigma del peso e interventi per supportare le persone impegnate nella gestione del peso che possono subire maltrattamenti e ingiustizie a causa del numero che indica la loro bilancia.
Anche nel nostro Paese mancano dati e questo lavoro potrebbe essere uno spunto per capire se, come emerso in questo studio, anche in Italia questa forma di stigma è comune.
Purtroppo la fotografia che ci offre la ricerca scientifica è che lo stigma sul peso danneggia la salute delle persone in tutto il mondo e il mondo medico purtroppo non ne è immune.
Possiamo, e abbiamo il dovere di intervenire ricordando di combattere l’obesità e non le persone affette da obesità.

Daniele Di Pauli

Ps: si consiglia la lettura dei seguenti due lavori basati sul campione di 13996 utilizzati nel seguente lavoro e dei quali alcuni risultati sono riportati nel commento a questo articolo.

1) Puhl, R.M., Lessard, L.M., Pearl, R.L. et al. International comparisons of weight stigma: addressing a void in the field. Int J Obes (2021). https://doi.org/10.1038/s41366-021-00860-z
2) Lessard, L.M., Puhl, R.M., Himmelstein, M.S., Pearl, R.L. and Foster, G.D. (2021), Eating and Exercise-Related Correlates of Weight Stigma: A Multinational Investigation. Obesity, 29: 966-970. https://doi.org/10.1002/oby.23168

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