Family-Based Behavioral Treatment for Childhood Obesity Implemented in Pediatric Primary Care. A Randomized Clinical Trial
Contributo: di Cristina Segura Garcia
Family-Based Behavioral Treatment for Childhood Obesity Implemented in Pediatric Primary Care. A Randomized Clinical Trial
Definizione del problema: gli interventi comportamentali intensivi per il sovrappeso e l’obesità infantile sono raccomandati dalle linee guida nazionali, ma attualmente sono offerti principalmente in cliniche specializzate. Mancanoprove sulla loro efficacia nei contesti di assistenza primaria pediatrica.
Obiettivo: valutare gli effetti del trattamento familiare per il sovrappeso o l’obesità implementato in assistenzapediatrica primaria sui bambini, sui loro genitori e fratelli.
Disegno, contesto e partecipanti: questo studio clinico randomizzato in 4 contesti statunitensi ha arruolato 452bambini di età compresa tra 6 e 12 anni con sovrappeso o obesità, i loro genitori e 106 fratelli. I partecipanti sono statiassegnati o a un trattamento familiare o alle cure abituali e sono stati seguiti per 24 mesi. Il trial è stato condotto da novembre2017 ad agosto 2021.
Interventi: il trattamento basato sulla famiglia ha utilizzato una varietà di tecniche comportamentali per svilupparecomportamenti alimentari, attività fisica e genitorialità salutari all’interno delle famiglie. Lo schema del trattamento era di 26 sessioni nell’arco di 24 mesi con un coach formato sui metodi di cambiamento comportamentale; il numero disessioni è stato individualizzato in base ai progressi della famiglia.
Principali risultati e misure: L’esito primario era la percentuale del cambiamento oltre la mediana dell’indice di massa corporea (BMI) (riferito alla popolazione generale degli Stati Uniti normalizzata per età e sesso) del bambino dalbasale a 24 mesi. I risultati secondari erano i cambiamenti in questa misura per i fratelli e nel BMI per i genitori.
Risultati: Tra le 452 diadi bambino-genitore arruolate, 226 sono state randomizzate per essere sottoposti ad untrattamento basato sulla famiglia e 226 alle cure abituali (età media del bambino 9,81,9 anni; 53% femmine; percentuale media sopra la mediana del BMI 59,4 % (n = 27,0); 153 (27,2%) erano afroamericani e 258 (57,1%) erano caucasici;sono stati inclusi 106 fratelli. A 24 mesi, sulla base della differenza nella percentuale di cambiamento del BMI mediano, ibambini in trattamento familiare avevano un migliore outcome di peso rispetto a quelli che ricevevano le cure abituali (-6,21% [IC al 95%, da -10,14% a -2,29%]).
I modelli di crescita longitudinale hanno rilevato che i bambini, i genitori ed i fratelli sottoposti a terapia familiare avevano un outcome migliore, già evidente al 6° mese e mantenuto durante i 24 mesi, rispetto a quelli che ricevevano il trattamento abituale (le percentuali di cambiamento da 0 a 24 mesi sopra la mediana per la terapia basata sulla famiglia e la terapia abituale erano rispettivamente 0.00% [95% CI, -2.20%-2.20%] vs 6.48% [95% CI, 4.35%-8.61%] per i ragazzi;-1.05% [95% CI, -3.79%-1.69%] vs 2.92% [95% CI, 0.58%-5.26%]
per i genitori; e 0.03% [95% CI, -3.03%-3.10%] vs 5.35% [95% CI, 2.70%-8.00%] per i fratelli)
Conclusioni e rilevanza: il trattamento familiare per il sovrappeso e l’obesità infantile è stato implementato con successo in contesti di assistenza primaria pediatrica e ha portato a risultati migliori in termini di peso nell’arco di 24 mesi perbambini e genitori. Anche i fratelli che non sono stati trattati direttamente hanno avuto risultati migliori in termini di peso,suggerendo che questo trattamento potrebbe offrire un nuovo approccio per le famiglie con più figli.
Commento: L’obesità infantile rappresenta una sfida sanitaria perché mette a rischio la salute e il benessere in etàinfantile che si trascina in età adulta. Sebbene la predisposizione genetica possa condizionare la suscettibilità all’obesità,lo stile di vita sedentario, la mancanza di attività fisica e l’alimentazione non equilibrata, sono fattori critici per l’aumentodi peso. Fattori socioeconomici quali la scarsa disponibilità economica, il non accesso a cibi salutari o l’impossibilità dipraticare attività fisica possono aggravare il rischio di obesità infantile. Inoltre, le consuetudini e lo stile di vita in famiglia possono influenzare decisamente le abitudini dei bambini. Per tanto un ambiente familiare attento alla dieta equilibrata,all’attività fisica e alla promozione della salute può contribuire a prevenire l’obesità infantile.
La terapia familiare è un trattamento basato sull’evidenza ed economicamente vantaggioso, associato a cambiamenti significativi di peso sia nei bambini che nei genitori. Questo intervento è utilizzato con successo come terapia di prima linea dei disturbi alimentari in età infantile. Purtroppo è dispensato in setting altamente specialistici mentre la maggiorparte dei bambini sono seguiti da pediatri di comunità.
Questo articolo dimostra che un intervento familiare adattato ad un setting non specialistico di cure primarie può essere vantaggioso non solo per il bambino con problemi di sovrappeso/obesità ma per tutta la famiglia. Vantaggi addizionali: l’intervento è dispensato da operatori sanitari (es. dietista, psicologo, operatore servizio sociale…) che non devono avere una formazione specifica come psicoterapeuti familiari ma un training breve ed economico.
Articoli di interesse:
- Hampl SE, Hassink SG, Skinner AC, et Clinical practice guidelines for the evaluation and treatment of chidren and adolescents with obesity. Pediatrics. 2023;151(2):e2022060640. doi:10.1542/peds.2022-060640
- Epstein LH, Valoski A, Wing RR, McCurley J. Ten-year outcomes of behavioral family-based treatment for childhood obesity. Health Psychol. 1994;13(5):373-383. doi:10.1037/0278- 13.5.373
- Epstein LH, Paluch RA, Wrotniak BH, et al. Cost-effectiveness of family-based group treatment for child and parental Child Obes. 2014;10(2):114-121. doi:10.1089/chi.2013.0123
Family-Based Behavioral Treatment for Childhood Obesity Implemented in Pediatric Primary Care. A Randomized ClinicalTrial.
Epstein, L. H., Wilfley, D. E., Kilanowski, C., Quattrin, T., Cook, S. R., Eneli, I. U., Geller, N., Lew, D., Wallendorf, M., Dore, P., Paluch, R. A., & Schechtman, K. B.
JAMA. 2023 Jun 13;329(22):1947-1956