Elevated visceral adiposity index is associated with increased stroke prevalence and earlier age at first stroke onset: Based on a national cross-sectional study
Contributo di Camastra
Elevated visceral adiposity index is associated with increased stroke prevalence and earlier age at first stroke onset: Based on a national cross-sectional study
Chen Q, Zhang Z, Luo N, Qi Y.
Front Endocrinol (Lausanne). 2023; 16;13:1086936.
doi: 10.3389/fendo.2022.1086936.
ABSTRACT
Obiettivo: Lo scopo di questo studio è stato quello di esaminare l’associazione tra il VAI (Visceral Adiposity Index) e la prevalenza di ictus e l’età all’ictus in adulti statunitensi
Metodi: Abbiamo esaminato l’associazione tra VAI e prevalenza di ictus ed età all’ictus utilizzando la regressione logistica, l’analisi per sottogruppi e le curve dose-risposta analizzando i dati del database del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) dal 2007 al 2018.
Risultati: Questo studio ha incluso 29.337 partecipanti di età >20 anni, di cui 1.022 con storia di ictus auto-riferita. Dopo l’aggiustamento per tutti i fattori di confondimento, ogni unità di incremento del VAI corretto era associata a un aumento del 12% della prevalenza di ictus (OR= 1,12, 95% CI: 1,01, 1,24) insieme a un’età più precoce alla comparsa dell’ictus di 1,64 anni (b= -1,64, 95% CI: -2,84, -0. 45). L’analisi stratificata ha mostrato che la prevalenza di ictus era del 20% più alta nel gruppo femminile (OR= 1,20, 95% CI: 1,04, 1,39), nel gruppo di razza nera (OR= 1,22, 95% CI: 1,01, 1,48), nel gruppo di età ≤60 anni (OR= 1,25, 95% CI: 1,05). 25, 95% CI: 1,05, 1,48), nel gruppo di pazienti ipertesi (OR=1,15, 95% CI:1,01, 1,31) e nel gruppo di pazienti diabetici (OR=1,23, 95% CI:1,02, 1,48) l’aumento del VAI era correlato positivamente con l’aumento della prevalenza di ictus. Le curve dose-risposta hanno mostrato una correlazione lineare positiva tra l’aumento del VAI e la prevalenza dell’ictus, mentre è stata osservata una correlazione lineare negativa tra
l’aumento del VAI e l’età dell’ictus.
Conclusioni: Sebbene non sia possibile dimostrare una relazione causale, un VAI più elevato è stato associato positivamente alla prevalenza dell’ictus e può portare a un’insorgenza più precoce dell’ictus
COMMENTO
L’ictus rappresenta una delle principali cause di morte e di disabilità acquisita, si verifica in circa il 18% delle persone di età superiore ai 45 anni ed è una condizione associata a fattori di rischio modificabili, tra cui l’obesità. La sindrome metabolica con il suo cluster di alterazioni metaboliche e cardiovascolari che la compongono rappresenta un importante fattore di rischio per malattia cerebrovascolare (Curr Diabetes Rep (2008) 8:37–41). Tra le componenti principali della sindrome metabolica vi sono l’insulino-resistenza e l’obesità centrale, quest’ultima definita da una elevata circonferenza vita. Il Visceral Adiposity Index (VAI) è un semplice modello empirico-matematico basato su parametri antropometrici (BMI e Circonferenza vita) e biochimici (trigliceridi (TG) e colesterolo HDL (HDL) (Amato MC et al. Visceral adiposity index: a reliable indicator of visceral fat function associated with cardiometabolic risk. Diabetes Care; 2010) che ha dimostrato una forte correlazione positiva con l’insulino-resistenza e sembra essere associato in modo indipendente ad eventi cardio- e cerebrovascolari.
In questo studio Chen e coll. hanno analizzato l’associazione tra l’indice di adiposità viscerale (VAI) e la prevalenza di ictus anche in relazione all’età di comparsa del primo evento in un ampio campione di popolazione statunitense. Sono stati analizzati i dati raccolti nel database del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) di oltre 29.000 soggetti dei quali 1.022 avevano diagnosi di ictus. I risultati dello studio evidenziano una relazione positiva tra VAI e prevalenza di ictus. Dopo aggiustamento per i principali fattori di confondimento è stato calcolato che per ogni unità di incremento del VAI vi era un incremento del 12% della prevalenza di ictus. La correlazione negativa tra VAI ed età al primo ictus è stato un altro importante risultato di questo studio. Si è evidenziato come ogni aumento unitario di VAI comporta una età di insorgenza di ictus più precoce di 1,64 anni.
Uno dei punti di forza dello studio è che la fonte dei dati provenienti dal NHANES oltre ad essere ampiamente rappresentativa della popolazione è garanzia di affidabilità dei dati. Di contro, come gli stessi autori sottolineano, non erano disponibili i dati relativi alla storia farmacologica e alla classificazione del tipo di ictus oltre al fatto che la diagnosi di ictus è stata effettuata tramite un questionario, rappresentando tali elementi potenziali bias. Inoltre, trattandosi di uno studio trasversale, non può dimostrare la relazione causale tra VAI e ictus.
Nonostante le limitazioni lo studio ha evidenziato, su una popolazione molto ampia, come l’indice di obesità viscerale sia direttamente associato all’insorgenza dell’ictus. D’altra parte, a confermare l’importanza dell’adiposità viscerale come possibile determinante di malattia cerebrovascolare, vi sono anche i risultati di un recente studio prospettico su larga scala (Pillay P et al. JAMA Netw Open. 2022) che ha preso in esame i dati di circa 490.000 partecipanti analizzando la relazione tra adiposità centrale e generale con il tipo di ictus ed ha evidenziato come la circonferenza vita sia positivamente associata con il rischio di ictus ischemico e di emorragia intracerebrale e, in contrasto, il BMI risulta inversamente associato al rischio di emorragia subaracnoidea e di emorragia intracerebrale.
Infine, un altro importante dato che emerge, per la prima volta, dallo studio di Chen et al. qui presentato, è la relazione del VAI con l’età di insorgenza del primo ictus, suggerendo come questo semplice indice possa avere un ruolo predittivo e potrebbe rappresentare un markers di intervento per la prevenzione dell’ictus in età precoce. Si potrebbe ipotizzare che il trattamento e la gestione dei livelli del VAI in più giovane età possa ridurre il rischio di ictus. Ancora una volta quindi, sembra che la corretta gestione dell’obesità e di alcune variabili metaboliche ad essa legate si rileverebbero determinanti nella prevenzione di patologie vascolari. Un interessante Viewpoint sull’argomento è quello presentato da Sattar et al. (Sattar N et al. Lancet Diabetes Endocrinol. 2023) che evidenzia come la maggior parte delle patologie croniche siano, in diversa misura, causate o esacerbate dall’eccesso di adiposità, e come questa venga raramente presa in considerazione, mentre la gestione efficace del peso dovrebbe essere affrontata a livello politico-sociale e sanitario e ricevere finanziamenti per la ricerca, in linea con la ricerca di nuovi agenti terapeutici per le malattie croniche secondarie.
Chen Q, Zhang Z, Luo N, Qi Y.
Front Endocrinol (Lausanne). 2023; 16;13:1086936. doi: 10.3389/fendo.2022.1086936. eCollection 2022.PMID: 36726459
Letture consigliate:
Treating chronic diseases without tackling excess adiposity promotes multimorbidity.
Sattar N, McMurray JJV, McInnes IB, Aroda VR, Lean MEJ. Lancet Diabetes Endocrinol. 2023;11(1):58-62. doi: 10.1016/S2213-8587(22)00317-5. Epub 2022 Nov 29.PMID: 36460014 Review.
Adiposity, Body Fat Distribution, and Risk of Major Stroke Types Among Adults in the United Kingdom.
Pillay P, Lewington S, Taylor H, Lacey B, Carter J. JAMA Netw Open. 2022 1;5(12):e2246613. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2022.46613.PMID: 36515951