A systematic review of obesity as a barrier to accessing cancer screening services
Contributo: Simona Bo
A systematic review of obesity as a barrier to accessing cancer screening services
L’obesità come barriera ad accedere ai servizi di screening per il cancro: una revisione sistematica
Razionale. L’obesità è un noto fattore di rischio per lo sviluppo di neoplasia, ne deriva che una rilevante percentuale della popolazione è a rischio di tumore a causa dell’eccesso ponderale. È noto che le persone con obesità siano soggette a stigmatizzazione da parte della società, situazione che può condizionare i loro comportamenti e anche indurre una minore richiesta di aiuto e di cura, incluso lo screening per il cancro. Inoltre, le attitudini e gli atteggiamenti degli operatori nei confronti delle persone con obesità potrebbero condizionare negativamente il rapporto medico-paziente e i trattamenti.
Metodi. L’obiettivo della presente revisione sistematica è valutare l’impatto della presenza di obesità sul ricorso ai servizi di screening delle tre principali neoplasie: mammella, cervice e tumore del colon-retto. Il protocollo è registrato su PROSPERO (riferimento CRD42021223378)
Risultati. Nella presente revisione sistematica sono stati inclusi 10 studi e sono state identificate tre aree principali dal punto di vista sia del paziente che dell’operatore sanitario: barriere e opportunità allo screening; aspetti legati al genere e disparità nelle persone che vivono con l’obesità. In particolare, dal punto di vista del paziente le barriere allo screening sono la mancanza di consapevolezza dell’importanza dello screening; i maschi con obesità riportano la mancanza di indicazione da parte dei curanti a svolgere i test, le femmine con obesità riportano imbarazzo a sottoporsi al test e percepiscono più difficoltà per motivi legati al loro peso e al relativo stigma. Dal punto di vista degli operatori sanitari, emergono aspetti sorprendenti: i medici sono più riluttanti a eseguire lo screening nelle donne con obesità per motivi quali mancanza di uno speculum o di un lettino di dimensioni adeguate, difficoltà ad eseguire la palpazione mammaria con necessità di tempi più lunghi di visita, problematiche tecniche nell’esecuzione della mammografia, mancanza di esperienza e competenza nell’approccio a queste pazienti. Tra le strategie riferite dai medici per superare queste “barriere”, viene riportato anche il tentativo di far desistere la persona dallo screening, considerato dal professionista sanitario una procedura meno efficiente nella persona con obesità. Emergono dal percepito dei pazienti molti aspetti che spiegano la loro riluttanza a sottoporsi ai test di screening che sono correlati allo stigma (imbarazzo nel mostrarsi scoperti, esperienza di precedente stigma da parte di operatori sanitari, senso di colpa, ecc.).
Conclusioni e commento. Gli operatori sanitari che si occupano di screening tumorali necessitano di maggiore formazione sul “weight bias”, che è frequente e spesso inconscio e concorre a compromettere l’utilizzo dei test di screening da parte delle persone con obesità, potenzialmente ostacolando la diagnosi precoce dei tumori, con un notevole impatto sullo stato di salute.
Questa revisione della letteratura punta il dito contro lo stigma degli operatori sanitari nei confronti dell’obesità, affrontando un aspetto importante: non solo vi sono bias nel trattamento di queste persone, ma anche la prevenzione può essere difficoltosa. Gli ambienti e le attrezzature mediche non sono pensati per chi ha eccesso ponderale grave; la formazione degli operatori sanitari è del tutto inadeguata da questo punto di vista. C’è davvero ancora molto e molto lavoro da fare prima che il sistema sanitario sia in grado di offrire a tutti i cittadini le stesse opportunità di prevenzione e cura.
Riferimento bibliografico
Graham Y, et al. A systematic review of obesity as a barrier to accessing cancer screening services. Obes Sci Pract 2022; 8:715–727. doi:10.1002/osp4.606